mercoledì 19 dicembre 2007

(foto: nudo del cappone sul www)
Il cappone è un povero e pavido pollo maschio cioè un gallo giovane che viene castrato [lui non potrà mai esercitare la sua mascolinità appunto] appena arriva ai due mesi di vita. La castrazione rende più mansueto il poverino cappone che assimila molto di più l'alimento allegramente producendo più grasso superficiale, ne risulta una carne morbida dal sapore assai delicato. Un paio di mesi prima dell'avvento Natalizio si gli va cibando all'aperto perché non subisci lo stress [no di momento], oltre all'erbe della campagna, mangiano un pasticcio a base di farina di maiz (gz.:Millo) e latte due volte il giorno, ma il grano è di colore giallo per diventare dorata la sua pelle e che così raggiunga un buon prezzo senza svolozzare tanto.

Altra variante nel suo allevamento è scambiare il latte per il vino bianco, mai per il vino rosso ma il cappone diviene viola [un brindisi per il caro e coraggioso cappone, Addio!].

lunedì 17 dicembre 2007

villagarcia

Fino alla mettà del secolo scorso c'era un'abitudine tra i ragazzi del mio paese di portare con sè o meglior detto d'indossare una collana di castagne infilzate fatta dai loro il giorno di Gesù Bambino, durante tutto il giorno i bimbi giravano per il paese piluccandola fino a svuotarla, se ne vantavano e si sfidavano per vedere chi la portava più grossa; Lo scopo di questa tradizione non lo so forse sarà meglio chiederlo ai loro genitori?. Ah! mi dimenticavo le castagne erano sbucciate

Ho ricercato sul www se in Italia fosse qualche tradizione a riguardo e ho estratto due voce:

  • La collana di castagne e mele. Diffusa in diverse zone di Italia, come sull’isola della Maddalena in Sardegna, questa tradizione prevedeva che per fabbricare la collana dovessero cercarsi i frutti bussando alle porte delle abitazioni (il giorno prima dei Morti) chiedendo un contributo "pe’ l’anima dei morti", ma i bambini dovevamo indossarla col divieto di mangiarla, altrimenti avremmo fatto "male ai morti". Poi finita la processione toglievamo le corone pesanti e potevamo mangiare le castagne

  • Nelle sagre e fiere, sia in città sia nei dintorni, le famose castagne di Albiano erano messe nelle ‘sfilze’ prima di venderle e venivano preparate in due modi. Si cuocevano al forno (dopo averle tagliate per evitare che il calore le facesse scoppiare e poi infilzate con un punteruolo e unite con un filo di canapa) oppure si affumicavano sotto la cappa del focolare (e infilzate con un ago in modo da bucare solo la buccia altrimenti non essendo cotte si guastavano subito). Le ‘sfilze’ contavano quaranta castagne. Venivano essiccate e, poco prima della fiera, messe a mollo per alcuni giorni. L’ultima operazione era una bollita veloce.